giovedì 14 giugno 2012

Festeggiamenti, ancora!

(sperando che il marito si sia ricordato di portarli all'asilo, stamattina)

E oggi festeggiamo la fine del primo anno di asilo nido di Giulio.
Un anno fatto di giochi e opere d'arte (quadri impressionisti con colori naturali tipo spinaci e barbabietole, per lo più), scontri di varia intensità con gli altri bambini e segni di morsi e testate, bacilli pericolosi come mine vaganti, merende rubate ai vicini di tavolo e soprattutto urla e sorrisi.

Ho portato un bacarozzo ciccione che a malapena stava seduto e mi ritrovo un ometto che smania per giocare a calcio con i più grandi, pretende di mangiare da solo e riempie di baci bavosi le maestre.
Maestre che confessano di sudare sette camicie per stargli dietro e si lamentano bonariamente dei decibel che riesce a produrre, ma quando lo guardano hanno gli occhi a cuoricino tipo Spank.

E allora grazie, ragazze.

venerdì 8 giugno 2012

L'estate, Peter Pan e l'isola

Finisce il primo anno di scuola materna, e concludiamo in bellezza con la recita delle avventure di Peter Pan sull'Isola che non c'è: e la Princi per una volta dismette gli abiti di lustrini e si tuffa con entusiasmo in un mondo di pirati, coccodrilli e bimbi sperduti.

E una sera mi trovo a insegnarle una delle più belle canzoni del mondo, così semplice da cantare eppure così piena di ... cose.

Seconda stella a destra
questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te,
porta all'isola che non c'è.

Forse questo ti sembrerà un strano,
ma la ragione ti ha un po' preso la mano.
Ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un'isola che non c'è.

E a pensarci, che pazzia,
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa:
non può esistere nella realtà!

......

E ti prendono in giro
se continui a cercarla,
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te! 

(E. Bennato)

venerdì 1 giugno 2012

Tra le nuvole

Scuola materna, saggio del corso di educazione musicale.
Una decina di bambini e una buffa insegnante dalla voce soprano intonano canzoncine e semplici coreografie a tempo di musica. Corrono se la melodia accelera, ondeggiano se rallenta, segnano il tempo con bastoncine, campanelline, triangoli.
Sono bravini, si impegnano, si muovono coordinati, un occhio all'insegnante e uno alla mamma o al papà fra il pubblico.
C'è una bambina con la maglietta rosa che è quasi sempre in fondo alla fila.
Canta anche lei, ma spesso perde il filo.
Balla anche lei, ma spesso si ferma, lo sguardo in su o perso chissà dove.
Certo che si diverte, si vede, e anche lei cerca spessissimo gli occhi dei suoi genitori - sono brava, vero? - però non segue con impegno e concentrazione lo spettacolo.
Sembra che ogni tanto decolli per atterrare su un altro pianeta. Guarda in su, e forse vede qualcos'altro, oppure sente un'altra musica, chi lo sa.
La mia parte razionale aggrotta le sopracciglia e si rabbuia, si domanda perché la bambina non si lascia coinvolgere completamente dal gioco, perché quello è un gioco, bello e divertente, e i bimbi sono i suoi amici. La mia parte razionale pensa che è distratta, un po' immatura, forse, o forse ha qualche problema di attenzione.
La mia parte emotiva però la guarda affascinata, e si chiede dove la sta portando adesso la sua fantasia: sta correndo su una carrozza verso un castello incantato? Si nasconde in una giungla misteriosa? Naviga su un veliero sfidando le onde del mare?
E' bellissima, quella bambina distratta e un po' assente, con il naso in su e lo sguardo sognante.
E' bellissima e poetica.

E poi ecco...è la mia bambina.

giovedì 24 maggio 2012

Colpo di fulmine

A seguito di un acquisto compulsivo su Amazon, abbiamo scoperto Roald Dahl...ma dov'era stato finora? Perché non sapevo della sua esistenza? Cosa mi sono persa finora!
Adesso filate tutti a leggerlo ai vostri bambini, perché è assolutamente geniale.
Non c'è da aspettarsi la solita storia a lieto fine, colma di buoni sentimenti, né personaggi inequivocabilmente connotati (il buono e il cattivo, il mostro e la principessa ecc.) o insegnamenti morali.
C'è un umorismo nero, un po' grottesco, spesso politicamente scorretto, ma enormemente divertente e pieno di fantasia e invenzioni.
Questi due libri sono consigliati dai 7 anni, ma la mia piccola quattrenne li ha adorati!

La magica medicina, di R. Dahl


Ci sono un nipotino e una nonna, anziana e malata, una nonnina gentile, che sforna torte e racconta storie...ma nemmeno per sogno!!!
La nonna di George è bisbetica, prepotente, dispettosa e viene pure il sospetto che possa essere una strega...!
George è un bravo ragazzo, ma insomma, proprio non la sopporta!
Un giorno che si trovano da soli in casa e deve occupersi di portarle la medicina, decide di prepararle uno sciroppino "speciale" di sua invenzione....e allora sì che le cose cambiano!


giovedì 17 maggio 2012

Leggere per...

.....condividere un momento tranquillo

Con questa foto, sfocata quanto basta ma che io adoro, partecipo a questa bella rubrica di Equazioni (che fa foto molto migliori delle mie!!!)

martedì 15 maggio 2012


Filastrocca di primavera

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,

più dolce la sera.

domani forse tra l'erbetta

spunterà la prima violetta.

Oh prima viola fresca e nuova

beato il primo che ti trova,

il tuo profumo gli dirà,

la primavera è giunta, è qua.

Gli altri signori non lo sanno

e ancora in inverno si crederanno:

magari persone di riguardo,

ma il loro calendario va in ritardo.

(G. Rodari)

giovedì 10 maggio 2012

Senza parole

Eh già, Piumino sembra non avere la benché minima intenzione di spiccicare parola.
Con questo intendo dire che non ha intenzione di apprendere la lingua italiana, perché parla, eccome, nel suo dialetto giappocoreano: a volte si rivolge a me, o a Anna, e si lancia in discorsi accorati e lunghissimi che sembra Perry Mason durante un'arringa, oppure si mette a cantare canzoncine che sembrano uscite da un cartone manga, o ancora si affaccia al suo lettino o alla porta urlando cose.
Ma vai a sapere che diamine vuol raccontare.

Ecco, in italiano dice mamma, pappa e nanna (Anna) e questo basta.

Il fatto è che Piumino si è perfettamente reso conto che con ste tre parole se la cava alla grande, basta modulare adeguatamente volume, tono di voce e linguaggio del corpo!
E lui è capace di farsi capire alla grande con tre parole, quattro sillabe, il viso e le mani.
Io lo trovo assolutamente geniale e esilerante.

Abituata alla mia piccola logorroica, che alla sua età chiacchierava alla grande, la cosa mi sembra strana e curiosa: e devo dire che sono tutt'altro che preoccupata....fosse stato il primo figlio forse sarei andata in paranoia, ma adesso quasi quasi mi auguro che ritardi ancora un po', che poi quando iniziano a parlare non smettono più!!

lunedì 23 aprile 2012

Mamma, leggi ancora! Ancora un pezzettino!

Ormai le nostre sessioni di lettura sono limitate ai ritagli di tempo in cui il piccolo Godzilla dorme, pena la distruzione di qualsiasi oggetto cartaceo.
Per fortuna che dorme parecchio, quindi il tempo lo troviamo.

Abbaiare stanca, di D. Pennac

Mi sono pazzamente innamorata di Pennac una quindicina di anni fa, ai tempi dell'Università, quando sfornava un libro della saga Malaussène all'anno.
Me li bevevo letteralmente, sghignazzando da sola e stupendomi continuamente della sua ironia noir, della sua prosa travolgente, della sua capacità di creare personaggi, scenari e intrecci complessissimi eppure assolutamente affascinanti.
E vogliamo parlare dei Diritti imprescindibili del lettore?
 
E niente, non appena Anna è stata in grado di reggere la lettura di libri "veri" mi sono procacciata qualche titolo di Pennac per ragazzi (ce ne sono diversi!).
 
Questa è la storia di un cane. Un cane comune, bruttarello, nato randagio e vissuto in una discarica finché viene rinchiuso in un canile e successivamente adottato da una famiglia. Ma il lieto fine tarda ad arrivare, prima ci sono parecchie difficoltà da superare, lezioni da imparare, legami da stringere e sciogliere.
 
E' la storia di un cane, narrata da un cane che guarda il mondo e gli esseri umani con i suoi occhi e soprattutto li annusa, li ascolta, si gode le loro carezze e si busca i loro calci. 
E giudica il mondo e gli esseri umani, e li ama, con il suo semplice cuore di cane.
E ci sono avventure, paure, amicizie indistruttibili e amori impossibili, vendette e sorprese.
Ululati e miagolii.
 
Pennac non delude nemmeno quando si rivolge ai bambini: la storia tiene il loro cuore avvinto alle vicende del protagonista, impazienti di sapere cosa succede, se alla fine starà bene, se troverà il porto sicuro di un amore che sia davvero per sempre. E c'è tanto da ridere, perché i comprimari (cani, gatti, umani) sono spassosi, affascinanti, bizzarri.
 
E alla fine, ovviamente, oltre al cavallo di Pippi, Anna vuole anche un cane.
 
Abbaiare stanca. La forza non conta niente nella vita. Saper schivare è quello che conta.

giovedì 5 aprile 2012

Correndo. Troppo.

Ci sono periodi come questo, in cui le ore del giorno sembrano non bastare, e annaspo, corro, faccio e disfaccio programmi e liste di impegni, mi rodo perché non ho avuto tempo, avrei dovuto, avrei potuto, vorrei ma non riesco, mi perdo in cose apparentemente piccole ma che forse piccole non sono, mi arrabbio e non dovrei ma non riesco a evitarlo.

E corro corro corro, il mattino diventa sera in un baleno e si ricomincia.

Ci sono periodi come questo, che bisognerebbe solo uscire al mattino presto per respirare l'aria di primavera, e farsi baciare dal sole e abbracciarsi e rotolarsi nell'erba: le scrivo e sembrano bucoliche banalità, e invece è quello che vorrebbe il mio cuore.  

 E ci sono loro, e le ore che passiamo lontani, e quelle che passiamo vicini ma siamo stanchi, preoccupati e ansiosi. 


Anna che ha imparato a scrivere il suo nome e da un mese disegna solo casette rotonde e colorate.

Giulio che ha imparato a baciare e bacia bacia bacia, e ogni bacio che mi dà mi fa tremare il cuore.

lunedì 26 marzo 2012

Aria di primavera

E' inutile, i bambini devono, DEVONO stare fuori.
Correre, rotolarsi nell'erba, urlare, sudare, sporcarsi fino alla radice dei capelli.
Guardare uno, due, dieci bambini che giocano all'aperto, liberi di scorrazzare senza pericolo è quanto di più bello si possa immaginare...non so, a me da una gioia grandissima, perché mi sembra proprio che sia quello il loro posto. Liberi di toccare, annusare, cadere e rialzarsi, rincorrersi, guardare fino a che lo sguardo riesce a spingersi.

Ieri è stata una giornata come capitano raramente (perché? perché??), con tanti amici riuniti all'aperto a mangiare, chiacchierare e ridere.
Tanti bambini, i bambini che abbiamo avuto dopo aver vissuto tante cose insieme, tanti qualche anno fa...e pensare che pensavamo a tutt'altro che fare figli all'epoca. Alla fine ci divertivamo, come loro.

Tanti bambini, di età diverse ma non troppo, scatenati sotto un bel sole primaverile.
E per una volta, chi se ne frega se non mangia niente, è troppo presa dal gioco.
Chi se ne frega se si rifiuta di fermarsi un attimo a farsi soffiare il naso o a darmi un bacino (non mi ha detto una parola per tutto il pomeriggio!).
Chi se ne frega se la riacchiappo alle sei lurida come un porcellino, e poi devo pulire la doccia con la candeggina che è tutta nera.

Mamma, vorrei scrivere in un quaderno che mi sono divertita tantissimo.

E alle nove stramazza nel letto, e profuma di primavera, il mio amore.

mercoledì 21 marzo 2012

Piccole lettrici crescono

L'influenza ci ha segregate in casa sole solette per sette lunghi giorni, e fra un capriccio e l'altro, un aresol e un antibiotico, un cartone e l'altro una sessione di yoga e l'altra abbiamo avuto tutto il tempo per leggere e leggere e ancora leggere...entrambe spaparanzate sul divano, fra i cuscini, con una calda copertina addosso e magari un biscottino da sgranocchiare.

E ieri sera abbiamo letto l'ultima pagina, ridendo divertite anche se un po' dispiaciute che fosse finito.

Pippi Calzelunghe, di A. Lindgren

Anche se mi spremessi il cervello fino a domani non riuscirei a dire niente di originale e non già detto su questa buffa e imprevedibile bambina con le lentiggini e le treccine rosse.

Pippi è coraggiosa e autonoma: vive da sola ma non ha paura di niente, cucina da Dio e si occupa della casa e gestisce tranquillamente il suo piccolo gruzzolo di monete d'oro!

Pippi è smisuratamente forte: riesce a sollevare un cavallo senza nessuno sforzo! Ma in genere usa la sua forza per difendere sè e gli altri dai cattivi, o per divertirsi un po'.

Pippi è un po' strana: dormire coi piedi sul cuscino o tuffarsi di testa nelle pozzanghere non è roba da tutti.

Pippi è un'amica generosa e leale, non ha pregiudizi né chiusure verso niente e nessuno, è limpida e accogliente come solo i bambini sanno essere quando sono veramente "liberi".

Pippi è anticonformista: non accetta come risposta "questo non si fa perché non sta bene". Lei chiede sempre "perché", e se la risposta non è soddisfacente, beh...

La Princi è una grandissima fan di Pippi: è assolutamente stregata da questo strano mix di trasgressione e positività, e se a volte resta un po' a bocca aperta per certi comportamenti "politicamente scorretti" (ma come, Pippi non va a scuola? e va a letto tardissimo, quando vuole lei? prende a calci nel sedere I POLIZIOTTI? Si arrampica sul tetto?), la generosità e bontà di Pippi sono sempre rassicuranti.
E vorrebbe tanto un cavallo da tenere in veranda e un piccolo Signor Nilsson da coccolare.

Io amo tantissimo Pippi perché è immensamente diversa da tutte le principessine, le fatine, le ballerine, o anche le orfanelle o le povere-ma-belle che riempiono la letteratura per l'infanzia.
Le voglio bene, perché è un modello positivo.

Fatelo leggere ai vostri bambini - e soprattutto alle bambine!

lunedì 19 marzo 2012

Scampati al lazzaretto, come Renzo e Lucia

Preparavo perline e festoni, mi allenavo su dolci e biscotti, scrivevo freneticamente mail e messaggini alle mamme delle amichette-streghe.
Poi è arrivato un carico di bacilli che come un tornado ha investito casa mia, facendoci cadere tutti come birilli: prima il più piccolo e inconsapevole untore, poi Babbo, La Princi, e alla fine, quando già mi congratulavo con me stessa per la qualità delle mie difese immunitarie, io.
E' stata la nostra prima esperienza di malattia condivisa e sinceramente spero anche l'ultima.

Babbo e Anna sono usciti di casa solo un paio di giorni fa, schermandosi dal sole manco fossero vampiri, e i colorito in effetti è proprio quello, verde grigiastro con occhiaia violetta annessa. Dimagriti da far pietà, che un po' mi sono vergognata a mandarli in giro.

Io sono a dieta, quantomeno la settimana di mood moribondo ha aiutato.

Inutile dire che la festa di Anna, rimandata di una settimana e poi di un'altra è miseramente stata cancellata.

piccolo ammalato

Finalmente abbiamo riposto areosol, termometri (stramaledettissimi termometri digitali!!!) e la cassetta dei medicinali...e d'ora in poi spero che annuseremo solo il profumo dei nostri tulipani, che incredibilmente, nonostante le (inesistenti) cure a loro riservate, stanno trionfalmente spuntando in giardino.

giovedì 8 marzo 2012

Di malati e di feste

E mentre Babbo e figlio condividono termometri, areosol e fazzolettini con quasi 80° di febbre in due, io lavoro alacremente (ovviamente di notte) all'organizzazione del party per le piccole streghe...

lunedì 5 marzo 2012

Il nostro primo libro: eccoli qua!!!

Nel week end abbiamo finito di leggere Il mago di Oz e ci è piaciuto così tanto che ci siamo armate di carta e colori e abbiamo fatto un bel ritratto di tutti i personaggi!

I quadrettini del vestitino e Totò sono opera della mamma
(e la Princi ha avuto a che ridire: "Totò sembra una mucca", ha detto.)
Non è bellissimo??? Il mio preferito è lo Spaventapasseri "con tutte le PAGLIE intorno".

martedì 28 febbraio 2012

Il nostro primo libro

Sarò scema, ma sono emozionata!
Io e Anna stiamo per finire di leggere il nostro primo libro!
Ovviamente non intendo i libri di favole o i libretti per bambini piccoli (quelli ne abbiamo macinati centinaia ormai), ma un libro vero, una storia lunga, complessa, tante pagine, che ha richiesto diverso tempo.


Il mago di Oz, di L. Frank Baum
L'ho preso su Amazon tempo fa, insieme a un sacco di altri libri carinissimi, approfittando degli sconti. Avevo visto che era consigliato a partire dagli otto anni, e pensavo di aspettare un po' per tentare la lettura...però ero curiosa (non ricordo di averlo letto, da piccola) e una sera piovosa, Giulione ronfante e noia galoppante, abbiamo aperto la prima pagina.

Devo dire che è leggibilissimo anche per bimbi più piccoli.
In genere le nostre "sessioni" di lettura durano dai 5 minuti (se il nano si sveglia, se la cena brucia, se la nonna telefona) a una mezz'oretta, e la mia piccola lettrice si è sempre bevuta fino all'ultima parola con grandissima attenzione e concentrazione!

Tra l'altro la storia è ben organizzata in capitoli abbastanza brevi, ognuno dei quali si conclude senza lasciare "in sospeso" il lettore...insomma, sembra pensato proprio per lettori in erba!
Lo stile è semplice, scorrevole, assolutamente ben comprensibile e essenziale quanto basta.

E la storia? A noi è piaciuta tantissimo.

Dorothy e il suo cagnolino Totò abitano nel grigio e triste Kansas con gli zii.
Un brutto giorno un violento uragano investe la casetta in cui si trovano la bimba e il cucciolo e la trasporta in volo in un paese sconosciuto, pieno di meraviglie e di pericoli.
Dorothy incontra personaggi incredibili: fate buone e streghe cattivissime, animali mai visti, omini dalle strane abitudini e mostri di tutti i generi...ma soprattutto tre personaggi che diventeranno i migliori amici dei nostri eroi: lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di stagno e il Leone Codardo.
Dorothy fa la loro conoscenza lungo il cammino che la porta verso la Città degli Smeraldi, dove spera di incontrare il Grande Mago di Oz al quale vuole chiedere di rimandarla a casa: ognuno di loro ha un sogno, una necessità, un dono da chiedere al Mago, quindi decidono di affrontare insieme il lungo e pericoloso viaggio, pieno di avventure, che li porterà alla Città degli Smeraldi.

E' una storia di parla di amicizia, di lealtà, di coraggio. E di tante altre cose.
E' una storia divertente e appassionante.

La Princi ha riso tanto, a volte rimane ad ascoltare a bocca aperta, altre volte con l'espressione corrucciata, e altre ancora perfino con gli occhi lucidi.
Dopo ogni sessione di lettura, invariabilmente, passa un po' di tempo a giocare a "io sono Dorothy", parlando con i suoi amici immaginari.

E io penso che alla fine sia questo che dimostra la bellezza di una storia: le emozioni che suscita, i sogni che fa nascere, la fantasia che fa volare.

lunedì 27 febbraio 2012

...vero che sono quasi una ragazza?

Buon compleanno, mia piccola Principessa.
Oggi ci sarà una piccola festa all'asilo, una cena speciale, un regalo.
Ti dirò che sei grande, quasi una ragazza, come dici tu tutta compita, per convincermi a metterti lo smalto.
Ti dirò per la milionesima volta che sei bellissima, e che ti voglio bene come una giraffa dal collo lunghissimo, o come un treno con mille vagoni o come la montagna più alta del mondo.
Ti dirò che non ti lascerò mai mai mai mai.
Quello che non ti dirò è che a volte sei così uguale a me che mi fai rabbia, e paura, e altre volte sei così diversa che mi sembra di non conoscerti.
E non ti dirò che amo immensamente il tuo sorriso, la tua anima lieve e solare, accogliente e piena di fiducia.
Non ti dirò grazie per essere arrivata dal cielo, quattro anni fa, a ribaltare la nostra vita, a ridefinire le priorità e le certezze, a ridisegnare progetti e percorsi, a farci ripartire da zero per mille cose, e riviverle insieme a te.

giovedì 23 febbraio 2012

Come il mare al largo

A volte sottovalutiamo la profondità dei sentimenti dei bambini, la loro sensibilità, la loro capacità di empatia con il mondo. No, aspetta, rifomulo: a volte SOTTOVALUTO ecc. ecc.
E poi succede qualcosa, un episodio, un momento particolare che mi fa restare interdetta, perché mi rendo conto che dentro quella Principessa logorroica con le treccine c'è un cervello iperattivo, ma soprattutto un cuore che è come il mare a largo della costa: tranquillo o appena un po' increspato in superficie, profondissimo e inesplorato sotto.

Come quella volta, qualche giorno prima di Natale, che le ho cantato per la prima volta Tu scendi dalle stelle, o forse era la prima volta che la ascoltava bene.
Sentire di quel bambino in una grotta al freddo e al gelo che se ne sta lì a tremar le ha letteralmente spezzato il cuore: non ero alla fine della seconda strofa che singhiozzava e mi gridava di smetterla. Canzone bandita da quel momento, tuttora bastano le prime due note per farle fare gli occhioni e scatenare un "no! questa non la voglio sentire!".

Come quella sera in cui, Giulione a letto e Babbo fuori casa, ho avuto la geniale idea di farle vedere l'Era Glaciale e lei ha riso fintanto che c'era Scrat. Poi è iniziato la storia vera e propria, il piccolo che rimane senza la mamma e viene trovato dagli animali: tragedia.
L'idea di un bimbo piccolo senza la mamma (o il babbo) che si prendessero cura di lui l'ha riempita di un'angoscia tale che ha pianto e pianto e pianto fino alla fine del primo tempo, senza riuscire a smettere e allo stesso tempo rifiutandosi di cambiare canale.
Le ho spiegato in tutte le salse che alla fine la storia finiva con il ritrovamento della famiglia, che gli animali trattavano benissimo il piccolo e lo facevano divertire, che gli volevano bene, sono arrivata anche a "è tutto finto, è un cartone! E' una storia, non è vero!", ma niente.
Quello era e rimaneva un bambino senza mamma e babbo, e non c'è niente di peggio.

Come ieri, quando le ho detto che Piumino malaticcio sarebbe rimasto a dormire dalla nonna.
"Ma se non c'è mi manca, come faccio?" ha piagnucolato, e le ho risposto che l'avrebbe visto oggi, non era una separazione così lunga.
E' rimasta in silenzio, guardando fuori dal finestrino per un po'.
Poi mi ha detto "Ma quando una persona muore non la vediamo più. Quando morirà lui sarà terribile".
E ho riso, e le ho detto che lui morirà quando sarà vecchissimo, più vecchio di Babbo Natale e la Befana messi insieme, fra tanto tantissimo tempo. E non so se era la risposta giusta, magari no, e lei mi ha sorriso giusto per non mettermi in (ulteriore) difficoltà.

E a volte mi verogogno, perché mi sento il cuore profondo come una piscinetta gonfiabile, davanti al suo che è come il mare al largo.

lunedì 20 febbraio 2012

Carnevale!


Aspettavamo questo momento da...Carnevale scorso, tipo?
Appena dismesso il tutù da ballerina decidemmo che quest'anno sarebbe stata Pippi (e ogni volta che lei si distraeva e tirava fuori che voleva travestirsi da principessa o da Wynx - mioddio - provvedevo saggiamente a rileggere un pezzettino del libro o rivedre una puntata in tv in modo da riaccendere la passione :-) ).
E Pippi sia!
Maglietta, tunica, calzamaglia e calzettoni comprati in saldo a tre lire, qualche toppa e bottone cuciti qua e là, le obbligatorie lentiggini e treccine...e ovviamente il Signor Nilsson sempre in braccio*.

*Il casting per trovare la scimmia perfetta in effetti ha portato via un po' di tempo.

giovedì 16 febbraio 2012

Education for dummies: la gestione dei conflitti

Immagino che qualunque mamma-di-due (e a maggior ragione di tutti i numeri superiori...sante donne) si ritroverà in questa amena situazione.
 
Siamo a casa, magari dopo una giornata all'asilo e al lavoro, ma anche no.
 
Tu devi:
  • stirare
  • cucinare
  • fare otto lavatrici
  • chiamare la zia Domitilla
  • spulciare il cane
  • (ecc)
Quei due bassetti lì devono solo ed esclusivamente:
  • mantenersi in vita e in salute
  • evitare di distruggere almeno i mobili e i muri portanti
  • e magari intrattenersi tranquillamente per...un paio d'ore?
Direi che la soluzione migliore sarebbe una partita a scacchi, o la lettura di un bel libro, o meglio ancora una bella seduta di meditazione.
 
Ma quei due hanno insieme 5 anni.
La grande è una Principessa spodestata dal trono, ma che ha comunque ambizioni di potere sul mondo e adora le bamboline di carta.
Il piccolo è stato affettuosamente soprannominato dal nostro quattrenne vicino di casa "Giulione dannato bestione" e ha una atavica passione per tutto ciò che può mordere masticare ingoiare.
 
Il limite di convivenza dei due nella stessa stanza in modalità pacifica si aggira intorno ai due minuti e mezzo, dopo di che, alternativamente:
  • lui/lei prende un qualsiasi oggetto (peluche, libro, pantofola, cucchiaio, telefono) che prima lei/lui manco vedeva, ma adesso le/gli è indispensabile, oppure
  • lui/lei strappa di mano all'altro/a il gioco con cui sta giocando oppure
  • lui riduce la bambola di cartoncino in una palla di carta e bava buona per la cartapesta (o comunque distrugge qualsiasi cosa con cui lei stia giocando) oppure
  • lei si mette appollaiata sulla spalliera del divano e gli tira le cose in testa: lui non si lamenta per il bombardamento, ma rosica mostruosamente perché non ce la fa ad arrampicarsi fin lassù. Oppure, lei sale per le scale e si chiude dietro il cancellino e lo sfotte da lassù mentre lui tenta di scardinare il cancello stesso.
Comunque sia, finisce sempre con qualcuno che piange.
In genere lui piange di frustrazione perché non riesce a fare le cose che fa lei, lei piange di rabbia perché lui le ruba i giochi (e assicuro che è impossibile riprenderli) o glieli distrugge.
 
Poi ovviamente si malmenano: lui la schiaffeggia senza pietà, poi le strappa i capelli e in ultima istanza la morde. Devo dire che lei si trattiene, non lo cazzotta poi tanto: non ho capito se ciò sia frutto della mia buona educazione o del fatto che lo teme, in quanto lui è molto più forte di lei.
 
 Alla fine piangono tutti e due, volume sette miliardi e mezzo di decibel.
 
Come la colomba di Noè porto pace, e si rientra nel loop.
Due minuti e mezzo e via.
Per n volte.
 
La domanda è: C.... fa la mamma in questi casi?
 
In genere io applico la filosofia "finché non si mettono in pericolo di vita, se la sbrighino da soli": intervengo solo se il litigio si protrae troppo a lungo - e qua l'intervallo di tempo dipende da n fattori tipo la mia stanchezza, il periodo del mese, il mio scazzo ecc., se urla e pianti rischiano di mandare in frantumi i cristalli di Boemia oppure se veramente uno dei due sta per finire all'ospedale.
 
Non mi va di tartassare la povera Princi con la barbosa predica "tu sei grande e lui è piccolo", perché cavolo, è piccola anche lei!
Io penso che a quattro anni i giocattoli siano più o meno TUTTO, e se un nano te li ruba e te li rompe he devi fare? Offrirgli un caffè? Ovvio, piangi e lo picchi.
 
Insomma, questi due sono come i famosi ricci della favola: devono imparare a gestire gli aculei per non pungersi, dal momento che dovranno convivere per altri 14 anni (perché a 18 anni se ne andranno di casa, VERO????).
 
(dopo tre minuti lo ha preso a cucchiaiate in fronte e lui le ha sputato addosso la pasta)
 

martedì 14 febbraio 2012

1° Zebuk Day...libera un libro!


Oggi è San Valentino, e lo festeggio parlando d'amore, certo, ma di un amore speciale...l'amore per la lettura, per tutti i mondi magici e sconfinati in cui possiamo tuffarci semplicemente sfogliando le pagine di un bel libro.

Aderisco alla bellissima iniziativa di ZEBUK, che consulto spesso e volentieri prima delle mie scorribande in libreria o su Amazon e ecco a voi il mio libro liberato!

Ho scelto "Il buio oltre la siepe" di H. Lee perché è un libro veramente tosto, scomodo e impegnativo, che non si può leggere senza porsi delle domande e farsi venire qualche dubbio.
Un libro che si ricorda e che lascia il segno.

L'ho liberato alla fermata dell'autobus vicino all'ospedale, in questa fredda mattina di febbraio, e spero che sia apprezzato da chiunque lo trovi.

Buona lettura!

giovedì 9 febbraio 2012

Festa di compleanno: ma devo proprio?

Necessaria premessa: io non ho mai fatto una festa di compleanno con gli amichetti, né a 4 né a 14 né a 24 anni. E sono sopravvissuta. I miei sono genitori degeneri?

Fra una ventina di giorni la Principessa compie quattro anni e stavolta sta facendo il conto alla rovescia verso il suo compleanno da tipo...uhm, direi tre mesi. C'è una certa aspettativa, insomma.
Le ho comprato un regalo bellissimo, ma questa è un'altra storia.

Il fatto è che dalla fine della vacanze di Natale a oggi è stata invitata a non meno di quattro feste di compleanno di amichetti/e, alle quali ovviamente abbiamo partecipato: conseguentemente lei dà per scontato che anche per il suo compleanno ci sarà una festa come quelle.

Dico "come quelle" perché in effetti sono state...tutte uguali. Standard.
Stessa location, cioè una specie di ludoteca gestita da una cooperativa che affitta spazi per feste, carina colorata, con molti giocattoli. Non so se ne esistano altre in città, ma questa è quella che scelgono tutti, forse perché ben raggiungibile, con spazio per parcheggiare ecc.
Stesso svolgimento, cioè gioco libero per un po', arrivo dell'animatore, giochini vari, torta e ciao.
Stessi bambini, perché a questa età gli amichetti sono quelli della scuola materna, magari qualche figlio di amici, ma alla fine siamo sempre lì.
Stessi regali. Troppi. Rosa. Barbie, HK e compagnia bella. Scartati e subito buttati in un angolo per aprire quello dopo.

A casa nostra non è pensabile, lo spazio è veramente troppo ridotto, la zona un po' isolata con tanto di strada sterrata, insomma, non praticabile.
Dovrei esplorare altre possibilità, trovare un altro locale, organizzare tutto da me, ma sinceramente sono stanca, ho mille cose per la testa...'n c'ho voglia.
Ecco, l'ho detto.
La soluzione più indolore sarebbe la festa Standard, ma a me la festa Standard sinceramente non piace, proprio per niente.
E poi, ma per forza bisogna iniziare a fare le feste di compleanno a questa età?
Ai miei tempi col cavolo! Al limite venivano un paio di amichetti a giocare a casa e tutti erano felici.
E adesso vedo che amiche e colleghe organizzano feste per bimbi di UN anno. Boh.

Però so che a lei piacerebbe, ed è questo l'importante. E' questo l'importante?
Voglio dire, dovrei farla, anche se non sono affatto convinta altrimenti lei rimarrà delusa?
Le verranno i complessi di inferiorità?
Si sentirà diversa, emarginata, reietta, la Piccola Fiammiferaia?

....troppe pippe?

lunedì 6 febbraio 2012

Dinamiche fraterne

Barricati in casa da giovedì sotto metri e metri di neve (vabbè esagero un pochino..) sia io che babbo abbiamo testato le nostre capacità di resistenza alla convivenza con due mostriciattoli under 4 confinati in pochi mq.
Dico solo che i -7 di stamattina, l'auto da scongelare, la telefonata ansiogena di madre alle 7,45 e le facce da kiulo dei colleghi hanno avuto su di me l'effetto di una camomilla bella carica.


Si coccolano e si malmenano, si chiamano e si sfuggono, si baciano e si strappano i capelli.

Un attimo prima giocano ai cavalli selvaggi (gioco inventato da Anna: nel mio microsoggiorno cosparso di giochi mi sembra il passatempo giusto) gattonando a tutta velocità e travolgendo qualsiasi cosa, l'attimo dopo litigano a morte per un insulso bicchierino di plastica rinvenuto sotto il divano e che entrambi vogliono nemmeno fosse d'oro.

Lui non parla, ma questo non è un problema: fa valere le sue ragioni urlando a volumi via via più insopportabili, e conclude azzannandola.
Lei in genere soccombe e si fa venire delle crisi isteriche niente male.

Però - melensaggine mammesca MODE ON - è stupendo, al mattino, spiarlo mentre entra traballando in camera dove lei ancora ronfa, scosta il piumino, scopre il faccino addormentato e lancia un urlo di pura gioia.
Lei apre un occhio un po' infastidita, lui grida ancora, più forte, batte le manine dalla felicità.
Lei si tira su, tutta arruffata, e ride, lui tenta la scalata del letto. Non ce la fa, lo tiriamo su.
Si getta nelle sue braccia e si fa coccolare come un gattino.

martedì 31 gennaio 2012

Liberiamo una ricetta: le-polpette-millegusti

Metti che la sera prima hai fatto un pentolone di buonissimo brodo di carne, con tante belle verdurine e i pargoli e il marito hanno apprezzato tortellini e minestrine in brodo.
Metti che adesso hai un bel pezzo di bollito e verdurine lessate a volontà, MA:
- il marito il bollito lo schifa
- la Principessa quattrenne è nel periodo "mangio solo pasta-al-bianco"
- il Piumino unenne mangerebbe qualsiasi cosa ma si scontra con la carenza di denti e si strozza spesso e volentieri
e allora che si fa?
ma certo, una mamma dolce e premurosa e creativa come me si rimbocca le maniche e prepara

LE POLPETTE MILLEGUSTI
 Ingredienti:
  • Bollito (manzo, ma direi che va bene qualsiasi tipo di carne. A dire il vero va bene anche se non è bollita ma cotta in altri modi)
  • Verdure cotte: io avevo carote, patate, cipolle e pure un pochette di lenticchie lessate quattro giorni prima (ma potete metterci qualsiasi cosa sia commestibile)
  • Mollica di pane bagnata in acqua o latte (facoltativa: se c'è una buona quantità di patata lessa, non la metto)
  • Parmigiano grattugiato (o pecorino, o fate voi)
  • Sale e pepe q.b.
  • Cosa manca? ...ah, sì! Un uovo (a dire il vero è facoltativo pure quello, infatti io non ce l'ho messo).


Non ho messo le quantità, perché....perché ovviamente questa ricetta si fa a occhio. L'importante è che il mappazzone finale non sia troppo duro nè troppo molle.

 Procedimento:

1- Prendete il tutto e schiaffatelo nel robottino e avviatelo alla massima potenza. 
I bambini presenti saranno ipnotizzati dal rumore per dodici splendidi rilassanti secondi.

2- Mettete il mappazzone così ottenuto in un piatto


3 - Siccome siete mamme creative montessoriane ecc ecc (insomma, come me), coinvolgete i vostri figli nel confezionamento delle polpette. 
Mentre vi fumate una sigaretta cantate "Basta un poco di zucchero...", fate divertire i vostri piccoli facendo delle belle aiutandovi con le formine per i biscotti. 


4 - Ora non rovinate tutto facendovi prendere dalle manie artistiche: pian pianino passate le polpette nel pangrattato.
Se lo farete fare a Giovannino di due anni e mezzo le polpette ritorneranno magicamente a forma di polpetta.


5 - Belle eh? 
ok, avevo una foto in più


6 - Adesso non vi resta che disporle su una teglia con la carta da forno e infornarle per una ventina di minuti a forno caldo (180? 190??bohh)
Oppure friggerle. Io non friggo, il fritto è il male.



7 - Ecco qua! Quando fanno un po' la crosticina, tiratele fuori e impiattate, accompagnandole con ..ehm..una fresca insalatina



Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia.
Questa ricetta la regalo a un'amica. 

Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web.

venerdì 27 gennaio 2012

Il primo e il secondo

Il primo figlio è quello che:
- Non mangia?
- Oddio, la pappa è troppo calda? Troppo insipida? Troppo brodosa? Gli fa schifo? Oddio, gli fa schifo la carota, e pure la zucchina, schifa le verdure, diventerà obeso, avrà il colesterolo a mille, resterà nano per sempre! Oppure è ammalato? mal di pancia, mal di gola, virus Ebola? Sono i denti? Non mangia per vendicarsi che l'ho mandato all'asilo? Io chiamo il pediatra!!!!
- Gattona?
- Oddio devo pulire e ri-pulire e disinfettare il pavimento, metti che si rotola a terra e poi mette le mani in bocca! Oddio, ha le mani sporche si sta succhiando il dito, prenderà un'infezione...Io chiamo il pediatra!
- E' caduto e ha un bernoccolo?
- ODDIO!!! Metti il ghiaccio, metti il ghiaccio! Non vuole il ghiaccio, piange, chi sa che dolore! Controllalo, ti sembra che cammini normale? Non farlo addormentare per l'amor di Dio, potrebbe avere una commozione cerebrale! Oddio, sbadiglia, si addormenta io chiamo il pediatra!
Fa i capricci perché vuole stare in braccio e si rotola a terra in preda all'isteria?
- Oddio si sente trascurato/non amato/non stimolato a sufficienza, si sente male, ha una crisi esistenziale, ha le convulsioni! Vieni cucciolo dalla mamma, ti coccolo io, smetto di cucinare, di telefonare, di vestirmi, no no non faccio nemmeno la pipì, sto qui con te tesorino. Non passa? Forse devo chiamare il pediatra!


 Il secondo figlio è quello che:
- Non mangia?
- Ci credo, la nonna gli ha dato tre volte merenda. Pazienza, mangio io la tua pasta, senti che buona! Vorrà dire che mangerai un po' della nostra pasta coi broccoli.
- Gattona?

- Era l'ora che diventasse semovente...il pavimento è un po' zozzo, ma chissene, sono tutti anticorpi. Cos'è che ha in mano? Un GRILLO MORTO? Ops, l'ha mangiato, che sarà mai, quel che non strozza ingrassa.
- E' caduto e ha un bernoccolo?
- ...sbrigati che facciamo tardi! Ecco mettigli il cappello che non si veda niente, magari le maestre non se ne accorgono subito e pensano che se lo sia fatto all'asilo...non vorrei che pensassero che lo bastoniamo. Ecco dormi tesoro, dormi che ti passa.
- Fa i capricci perché vuole stare in braccio e si rotola a terra in preda all'isteria?
- ...ecco, sdraiati sul tappeto almeno quando sbatti la tesa in preda al demone non ti fai male. Tiè, gioca con il mestolo e statte zitto un attimo, che devo chiamare Elvira.
E come dice mia nonna "Piangi? Riderai quando ti sposi!"

Tutti gli eventi sopra descritti sono realmente accaduti in questa casa (ehm, grillo compreso).

lunedì 23 gennaio 2012

Storie, fantasmi e fiori

storie storie ...e ancora storie!
Non c'è cosa che la Princi ami di più delle storie.
Vanno bene tutte: Pippi Calzelunghe, i librini dei cartoon della Disney, i libretti cartonati con le favolette sceme da bimbi piccoli, i fumetti, perfino un librino (oggettivamente da-brividi) che racconta le avventure di sette sgallettate che frequentano una scuola per "perfette principesse".
In questi giorni va per la maggiore un libro assolutamente stupendo di Roberto Piumini e illustrato da Anna Laura Cantone (adoro), pieno zeppo di storie brevi, delicate, divertenti e filastrocche veramente geniali che alla decima lettura lei già conosce a memoria. Devo ammettere che la sera non vedo l'ora di mettere a letto Giulio, relegare Babbo in cucina a riempire al lavastoviglie e avvolgermi nella nostra copertina per leggerne qualcuna.

Ma quando il libro non c'è o non è possibile leggerlo?
Appena saliamo in macchina, dal seggiolino posteriore sempre le stesse parole "Mi racconti una storia inventata??"...cioè, mia figlia non mi chiede i grandi classici tramandati per generazioni e generazioni, lei vuole le storielle zoppicanti e spesso surreali che la mia mente partorisce nel tragitto asilo-casa, mentre cerco di schivare SUV impazziti, spegnere Piumino frignante e ricordarmi la lista della spesa!
Mi invento avventure di coccinelle senza puntini, serpenti smarriti che fanno amicizia con i bambini, folletti di Babbo Natale disubbidienti e bambini obesi che mangiano solo dolci....inizio il racconto senza sapere minimamente dove andrò a parare, ma bene o male la storia trova sempre la sua via, si stiracchia per mettere insieme capo e coda e a volte troviamo pure la morale, tié!

A volte la stuzzico, insisto, mi lamento: la storia deve inventarsela lei.
E qualche volta lo fa: storie pazze di tetti attaccati al cielo con la colla e di cani che mangiano spaghetti a casa delle streghe cattive.

A volte sono proprio distrutta, oppure un po' incaxxata, o magari rimugino sui massimi sistemi (tipo quel reggiseno di Intimissimi che adoro e costa solo 10 € ma mi-va-stretto-DI-TORACE) e allora proprio la storia inventata no, perché
"Annina, oggi niente storia inventata"
"Noooo ma perchééé"
"perché...ehm...ho la testa vuota, non ci sono più storie"
"....come? E non tornano più?" (vocetta lacrimosa)
"Tornano, tornano. Stanotte."
"E come fanno a  tornare?"
"Ehmm....ecco, quando dormo arrivano tutte le storie, nel silenzio, come tanti fantasmini piccoli e luccicanti, volano per la camera e alla fine entrano nella mia testa. Quando mi sveglio alla mattina, ecco, ci sono tutte le storie"
".....ma se per sbaglio entrano nella testa di babbo o di Giulio?"
"...ahem, senti, ma perché non mi racconti TU una storia inventata?"
"Non posso, anche io ho la testa vuota!"
"UFF, allora dobbiamo aspettare che stanotte mentre dormi le storie entrino nella tua testa "
"No, nella mia testa non entrano di notte. Entrano solo quando è caldo, di primavera"
"Bello, tipo che crescono come fiori??"
"Si!!! Le tue storie entrano come fantasmini, le mie crescono come fiori!"

venerdì 13 gennaio 2012

(Giuste) recriminazioni

Ieri sera, mentre stiamo cercando di terminare la cena in pace, intrattenendo nel contempo un Piumino distrutto che piagnucola e sbadiglia, Anna alza su di me e Babbo due occhi piuttosto seri e sgancia la bomba "Vabbè che Giulio è piccolo, ma qualcuno può stare un po' con me?".
Penso che nel silenzio che è seguito tutti possano aver distintamente sentito il mio povero cuoricino di mamma spezzarsi a metà e rotolare tristemente sotto il tavolo insieme alle briciole di pane (e a tutto ciò che normalmente staziona sotto il mio tavolo da pranzo).

E' inutile fare giri di parole: la piccola Principessa rivendica tempo, spazio, attenzione e occhi solo per lei.
E come darle torto? Ha perfettamente ragione.

La giornata all'asilo è divertente, colorata, piena di amici e di belle cose da fare.
Poi arrivo io a recuperare lei e Giulio e di solito torniamo a casa, salvo visite a nonni o amichetti o un salto al supermercato.
Da quando ho ripreso l'orario pieno al lavoro ho rinunciato definitivamente a sbrigare a qualsiasi faccenda domestica nelle due ore e mezza seguenti: mi limito a scaricare scarpe e cappotti in camera da letto, però la cena (per Giulio e per noi) va preparata, e quasi mai sono così brava da riuscire a portarmi avanti il giorno precedente.
E poi Giulio è stanco, e quando Giulio è stanco è uno strazio, una piattola, una croce, un frignante Koala di 12 kg che mi ritrovo attaccato al collo, alle gambe, ai capelli e quando mi allontano si fa venire delle crisi isteriche da paura.

Proviamo a leggere una storia, a giocare un po' con il Didò, a iniziare un disegno, ma dopo tre minuti devo recuperarlo in cima alle scale, o infilato nell'oblò della lavatrice, o intento a smontare lo stereo, o soltanto devo accorrere perché piange e piange e piange e vuole solo stare in braccio.
E Anna resta sola con il suo libro, il suo Didò, il suo disegno.
Mi chiama e provo a riprendere il gioco con lei, ma ovviamente Godzilla allunga le manine e distrugge tutto e lei si arrabbia.
Oppure non mi chiama, continua da sola, ma le formine non vengono bene, il disegno è difficile, anche lei è stanca e si innervosisce e fa i capricci, e piange.
Pure lei.
Poi devo far mangiare Giulio, che ancora non riesce a fare i nostri orari, alle 19 ha fame e alle 20 muore di sonno. Poi arriva Babbo e ceniamo, e lei va a letto presto, perché alle 7 deve svegliarsi e siamo tutti di corsa.

E mi sembra così grande, è una donnina, e la sgrido quando fa i capricci, la sgrido troppo, ci resta male, e ci resto male anche io, e mi innervosisco, e la sgrido ancora.
Mi pento e la travolgo di abbracci e baci e le ripeto mille volte che la amo, ma dopo 5 minuti combina qualcosa e la sgrido ancora.

E so che le manca il tempo che prima passavamo insieme tranquille, io e lei, tutti i nostri libri, i nostri lavoretti, le nostre coccole. Lo so perché mancano anche a me, e allora cerco di ritagliare spazi solo per lei, andiamo a teatro, facciamo una passeggiata solo noi due, Babbo la porta in biblioteca...ma riusciamo a farlo solo nel fine settimana, e neanche sempre, e gli altri giorni lui torna tardi e sono solo io e loro sono due.
Ma Giulio ha un anno e un bisogno assolutamente animalesco di sentirmi, dopo tante ore di lontananza, e non riesco, non posso negarmi.

E il mio cuore rotola sotto il tavolo...

lunedì 9 gennaio 2012

Grande e piccolo

Piumino è grande, perché adesso si è (quasi) definitivamente trasformato in bipede, e cammina con le braccine alzate e con un sorriso di trionfo stampato in faccia.
Piumino è grande, perché dice "mamma" e "Anna" e "babba", quindi dispone del vocabolario adeguato a richiamare l'attenzione di tutti i membri della famiglia.
Piumino è grande, perché sa fare un sacco di giochi, tipo "tieni, ti do' questa cosa...anzi no, non te la do' più! ahahha", i cavalli al galoppo con Anna e soprattutto il nascondino con tanto di "TA DAAAA!!!!"
Piumino è grande, perché mangia il doppio di sua sorella e la prende agevolmente a mazzate.

Piumino è piccolo piccolo.
Quando è stanco, o nervoso, o malaticcio vuole stare in braccio, ma non si accontenta.
Tira giù cerniere, slaccia bottoni, sforma colletti, fa quel che deve fare per scoprire un po' di pelle del mio petto: poi si infila il pollice in bocca e appoggia la guancia proprio lì, dove sente il mio odore, il battito del mio cuore, il mio calore o chi sa cosa.
Socchiude gli occhi e sospira, come fosse tornato a casa.

martedì 3 gennaio 2012

Più bravi di chi?

Ripensando alla festa di Natale della scuola materna, rivedendo il video diligentemente fatto da Babbo guardo la Princi seduta in mezzo ai bimbi della sua classe che partecipa all'evento.
Vicino a lei c'è la sua famosa amica streghetta, ti pareva! Sono inseparabili. Eppure, quanto sono diverse.
L'amichetta in questione è una vera e propria primadonna: si ricorda perfettamente le parole delle canzoni, imbrocca tutti i movimenti, batte le manine a tempo di musica, è bravissima....e si diverte un sacco.
La Princi si distrae continuamente, smette di cantare e ricomincia a metà strofa, perde tempo a sistemarsi il cappello sulla fronte, si infila le dita nel naso, cambia posizione duemila volte, sgomita con il bambino accanto....e si diverte un sacco.
Quando la vado a prendere il pomeriggio mi accorgo che quasi tutti i suoi compagni si tolgono i calzini antiscivolo e mettono le scarpe da soli. Lei non ci pensa nemmeno: si siede sulla panca (se va bene, altrimenti devo placcarla e immobilizzarla) e si fa servire, aria persa e naso in su.
Il bimbo dei nostri vicini, che ha la sua età, va in bici, in monopattino e sui rollerblade. Lei spinge la bici (nel senso che cammina spingendola con le mani) e ci sale sopra trenta secondi, giusto per non farmi dire per l'ennesima volta "ma cosa te l'abbiamo presa a fare se non ci vaiiiii???"

In compenso la Princi ha una proprietà di linguaggio spaventosa: usa il congiuntivo meglio di me e fa sfoggio di un vocabolario invidiabile. Davvero non scherzo quando dico che molti miei colleghi di lavoro parlano peggio di lei.

Con questo voglio solo dire che tutti i bambini sono diversi, hanno tempi diversi, abilità diverse, inclinazioni diverse, e misurare la maturità o l'intelligenza o la "bravura" (???!) di un bambino sulla base di cosa sa o non sa fare rispetto ai suoi coetanei rischia di essere molto frustrante sia per lui che per i suoi genitori.
Oltre che inutile e - lasciatemelo dire - spesso ridicolo.

Lo so che sono questo discorso ho scoperto l'acqua calda e che ogni genitore mediamente decente oggi non sottoporrebbe mai il proprio figlioletto a un continuo confronto con gli altri e men che meno lo spingerebbe a dover essere sempre migliore di tutti gli altri...o no?
No.
No perché mi rendo conto che la tentazione a fare confronti, a paragonarsi agli altri, a sottolineare la nostra superiorità o viceversa a deprimersi se non siamo "all'altezza" è forte, fortissima, e diventa assolutamente potente quando in ballo ci sono i nostri figli.
Il punto di partenza, le intenzioni, sono dei migliori: li amiamo più di ogni cosa e vogliamo il meglio per loro. Il fatto è che da questo spesso si rischia veramente di esagerare, di farsi problemi e pippe inesistenti, di caricari questi poveri figli di responsabilità e aspettative del tutto assurde e inutili.
Non facciamo questo errore. Me lo dico da sola, perché mi conosco, predico bene e razzolo male: io gongolo quando mi sembra che i miei figli dimostrino una qualche superiorità rispetto agli altri (ma per fortuna me lo tengo per me), io spesso mi rivolgo a Anna con l'odiosa frase "Guarda! Gli altri bambini sanno mettersi le scarpe e tu no", io me la sogno bravissima a scuola, più brava di tutti.

La competizione può essere un buono sprone a migliorarsi e a dare il massimo, ma deve essere ben dosata e "sana", e sinceramente penso che sia roba da grandi. Un adulto ha (dovrebbe avere) la maturità di saper gestire al meglio questo aspetto di sé, trasformandola in energia positiva.
Io credo che a un bambino porti solo frustrazione, paura di sbagliare, ansia.

Lasciamo la competizione ai grandi, e l'amore (incondizionato) ai piccoli.

Questo post partecipa al blogstorming

lunedì 2 gennaio 2012

Ciao nonno Berto

Mentre tutti intorno a noi festeggiavano la fine del vecchio anno e l'inizio del nuovo, noi ti abbiamo salutato.
Il giorno di Natale eravamo tutti lì con te, a festeggiare: abbiamo scartato i regali facendo la solita confusione, e tu hai sorriso guardando Anna che si pavoneggiava nel suo vestito bianco e Giulio che muoveva i suoi primi passi traballanti verso di te.
Ci hai dato il tempo di salutarti e di abbracciarti tante volte, prima di andare.
Adesso c'è nostalgia, malinconia, quel senso di vuoto che stringe la gola quando pensiamo a te.
Anna e Giulio ridono e giocano come sempre, sono troppo piccoli per capire: lui purtroppo non conserverà ricordi di te, ma spero con tutto il cuore che lei porti nel suo cuore il tuo sorriso, la tua gentile pacatezza, il tuo affetto grande.