Sabato, ore 16.30.
Io e La Princi entriamo trionfalmente nell'area della Pineta sul mare attrezzata per i bambini.
Altalene, scivoli, casette di legno, animaletti cavalcabili e centomila nani di età variabile dai pochi mesi alla preadolescenza.
A contorno, altrettanti genitori, babysitter e soprattutto nonni che inseguono i frugoli spericolati e urlanti, spingono passeggini stracarichi, brandiscono gelati gocciolanti e alla fine si accasciano stremati sulle panchine.
La Princi scende dal passeggino e - forse per l'emozione - si riempie di cacca fino al collo.
Dobbiamo acquattarci dietro un cespuglio per rimediare, e ne riemergiamo fresche e profumate come rose (insomma).
Si avvicina una Microbiondina con i codini, studia un po' la Princi, evidentemente stabilisce che:
1- è piccola e (forse) indifesa
2- non potrà mai essere sua amica
e fulmineamente sgraffigna il biberon del tè appoggiato sul passeggino.
Ora, il tè sta lì dentro nonostante la Princi lo schifi e si rifiuti sdegnosamente di berlo, tuttavia quando vede il suo biberon nelle mani di un'estranea si mette a gridare come un'ossessa.
Finalmente appare una mammina paciosa che invita dolcemente la piccola a restituire il maltolto anche perché "tu al ciuccio e al biberon preferisci la tetta della mamma.." la guardo strabuzzando gli occhi "...anche se hai fatto due anni a gennaio" .
Nel frattempo La Princi cerca di investire la Microbionda con il passeggino e questa per risposta le tira un sasso in testa.
Ci rifugiamo in una casetta di legno e istantaneamente si materializzano due bambinette di 4 o 5 anni: una alta e sottile con gli occhi chiari e bella come una fatina, l'altra piccola e tracagnotta bruna come un carbonicino (mi sembra pure che abbia i baffi ).
"Questa casetta è nostra. LEI qui non può giocare" sentenziano indicando la Princi che sta ciucciando beatamente la porta di legno della casetta.
Restano indifferenti al mio sguardo scandalizzato e fanno spallucce senza degnarsi di rispondere quando obietto mielosamente "Ma ragazze, guardate quanto è piccola, non dà fastidio, siate buone, su (streghe, vi distruggo)".
Niente. Stanno là impalate a fissarci finché mi sdegno completamente e prima di prenderle a sberle tutte e due mi rassegno a scollare la Nana dalla casetta e trascinarla (urlante) altrove.
La isso su un animaletto in legno ballonzolante ancorato al terreno da una molla. Lei se la fa sotto (per fortuna stavolta metaforicamente) dalla paura: la rassicuro, la blandisco e proprio quando inizia a rilassarsi, riecco la Fatina e la Tracagnotta.
"Vogliamo giocare NOI con il cavallino"
Mi viene da piangere.
Non ci posso credere, io e mia figlia siamo mobbizzate da due tizie che insieme non arrivano a 10 anni!
Dieci minuti dopo, lasciato alle spalle quel girone infernale, La Princi gioca rincorre felice il pallone con il quale stanno giocando un gruppetto di ragazzotti a torso nudo, tatuati e con mutande a vista.
Stanno attenti a non colpirla, ogni tanto le passano la palla e le fanno qualche carezzina.