giovedì 14 giugno 2012

Festeggiamenti, ancora!

(sperando che il marito si sia ricordato di portarli all'asilo, stamattina)

E oggi festeggiamo la fine del primo anno di asilo nido di Giulio.
Un anno fatto di giochi e opere d'arte (quadri impressionisti con colori naturali tipo spinaci e barbabietole, per lo più), scontri di varia intensità con gli altri bambini e segni di morsi e testate, bacilli pericolosi come mine vaganti, merende rubate ai vicini di tavolo e soprattutto urla e sorrisi.

Ho portato un bacarozzo ciccione che a malapena stava seduto e mi ritrovo un ometto che smania per giocare a calcio con i più grandi, pretende di mangiare da solo e riempie di baci bavosi le maestre.
Maestre che confessano di sudare sette camicie per stargli dietro e si lamentano bonariamente dei decibel che riesce a produrre, ma quando lo guardano hanno gli occhi a cuoricino tipo Spank.

E allora grazie, ragazze.

venerdì 8 giugno 2012

L'estate, Peter Pan e l'isola

Finisce il primo anno di scuola materna, e concludiamo in bellezza con la recita delle avventure di Peter Pan sull'Isola che non c'è: e la Princi per una volta dismette gli abiti di lustrini e si tuffa con entusiasmo in un mondo di pirati, coccodrilli e bimbi sperduti.

E una sera mi trovo a insegnarle una delle più belle canzoni del mondo, così semplice da cantare eppure così piena di ... cose.

Seconda stella a destra
questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te,
porta all'isola che non c'è.

Forse questo ti sembrerà un strano,
ma la ragione ti ha un po' preso la mano.
Ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un'isola che non c'è.

E a pensarci, che pazzia,
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa:
non può esistere nella realtà!

......

E ti prendono in giro
se continui a cercarla,
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te! 

(E. Bennato)

venerdì 1 giugno 2012

Tra le nuvole

Scuola materna, saggio del corso di educazione musicale.
Una decina di bambini e una buffa insegnante dalla voce soprano intonano canzoncine e semplici coreografie a tempo di musica. Corrono se la melodia accelera, ondeggiano se rallenta, segnano il tempo con bastoncine, campanelline, triangoli.
Sono bravini, si impegnano, si muovono coordinati, un occhio all'insegnante e uno alla mamma o al papà fra il pubblico.
C'è una bambina con la maglietta rosa che è quasi sempre in fondo alla fila.
Canta anche lei, ma spesso perde il filo.
Balla anche lei, ma spesso si ferma, lo sguardo in su o perso chissà dove.
Certo che si diverte, si vede, e anche lei cerca spessissimo gli occhi dei suoi genitori - sono brava, vero? - però non segue con impegno e concentrazione lo spettacolo.
Sembra che ogni tanto decolli per atterrare su un altro pianeta. Guarda in su, e forse vede qualcos'altro, oppure sente un'altra musica, chi lo sa.
La mia parte razionale aggrotta le sopracciglia e si rabbuia, si domanda perché la bambina non si lascia coinvolgere completamente dal gioco, perché quello è un gioco, bello e divertente, e i bimbi sono i suoi amici. La mia parte razionale pensa che è distratta, un po' immatura, forse, o forse ha qualche problema di attenzione.
La mia parte emotiva però la guarda affascinata, e si chiede dove la sta portando adesso la sua fantasia: sta correndo su una carrozza verso un castello incantato? Si nasconde in una giungla misteriosa? Naviga su un veliero sfidando le onde del mare?
E' bellissima, quella bambina distratta e un po' assente, con il naso in su e lo sguardo sognante.
E' bellissima e poetica.

E poi ecco...è la mia bambina.