martedì 31 gennaio 2012

Liberiamo una ricetta: le-polpette-millegusti

Metti che la sera prima hai fatto un pentolone di buonissimo brodo di carne, con tante belle verdurine e i pargoli e il marito hanno apprezzato tortellini e minestrine in brodo.
Metti che adesso hai un bel pezzo di bollito e verdurine lessate a volontà, MA:
- il marito il bollito lo schifa
- la Principessa quattrenne è nel periodo "mangio solo pasta-al-bianco"
- il Piumino unenne mangerebbe qualsiasi cosa ma si scontra con la carenza di denti e si strozza spesso e volentieri
e allora che si fa?
ma certo, una mamma dolce e premurosa e creativa come me si rimbocca le maniche e prepara

LE POLPETTE MILLEGUSTI
 Ingredienti:
  • Bollito (manzo, ma direi che va bene qualsiasi tipo di carne. A dire il vero va bene anche se non è bollita ma cotta in altri modi)
  • Verdure cotte: io avevo carote, patate, cipolle e pure un pochette di lenticchie lessate quattro giorni prima (ma potete metterci qualsiasi cosa sia commestibile)
  • Mollica di pane bagnata in acqua o latte (facoltativa: se c'è una buona quantità di patata lessa, non la metto)
  • Parmigiano grattugiato (o pecorino, o fate voi)
  • Sale e pepe q.b.
  • Cosa manca? ...ah, sì! Un uovo (a dire il vero è facoltativo pure quello, infatti io non ce l'ho messo).


Non ho messo le quantità, perché....perché ovviamente questa ricetta si fa a occhio. L'importante è che il mappazzone finale non sia troppo duro nè troppo molle.

 Procedimento:

1- Prendete il tutto e schiaffatelo nel robottino e avviatelo alla massima potenza. 
I bambini presenti saranno ipnotizzati dal rumore per dodici splendidi rilassanti secondi.

2- Mettete il mappazzone così ottenuto in un piatto


3 - Siccome siete mamme creative montessoriane ecc ecc (insomma, come me), coinvolgete i vostri figli nel confezionamento delle polpette. 
Mentre vi fumate una sigaretta cantate "Basta un poco di zucchero...", fate divertire i vostri piccoli facendo delle belle aiutandovi con le formine per i biscotti. 


4 - Ora non rovinate tutto facendovi prendere dalle manie artistiche: pian pianino passate le polpette nel pangrattato.
Se lo farete fare a Giovannino di due anni e mezzo le polpette ritorneranno magicamente a forma di polpetta.


5 - Belle eh? 
ok, avevo una foto in più


6 - Adesso non vi resta che disporle su una teglia con la carta da forno e infornarle per una ventina di minuti a forno caldo (180? 190??bohh)
Oppure friggerle. Io non friggo, il fritto è il male.



7 - Ecco qua! Quando fanno un po' la crosticina, tiratele fuori e impiattate, accompagnandole con ..ehm..una fresca insalatina



Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia.
Questa ricetta la regalo a un'amica. 

Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web.

venerdì 27 gennaio 2012

Il primo e il secondo

Il primo figlio è quello che:
- Non mangia?
- Oddio, la pappa è troppo calda? Troppo insipida? Troppo brodosa? Gli fa schifo? Oddio, gli fa schifo la carota, e pure la zucchina, schifa le verdure, diventerà obeso, avrà il colesterolo a mille, resterà nano per sempre! Oppure è ammalato? mal di pancia, mal di gola, virus Ebola? Sono i denti? Non mangia per vendicarsi che l'ho mandato all'asilo? Io chiamo il pediatra!!!!
- Gattona?
- Oddio devo pulire e ri-pulire e disinfettare il pavimento, metti che si rotola a terra e poi mette le mani in bocca! Oddio, ha le mani sporche si sta succhiando il dito, prenderà un'infezione...Io chiamo il pediatra!
- E' caduto e ha un bernoccolo?
- ODDIO!!! Metti il ghiaccio, metti il ghiaccio! Non vuole il ghiaccio, piange, chi sa che dolore! Controllalo, ti sembra che cammini normale? Non farlo addormentare per l'amor di Dio, potrebbe avere una commozione cerebrale! Oddio, sbadiglia, si addormenta io chiamo il pediatra!
Fa i capricci perché vuole stare in braccio e si rotola a terra in preda all'isteria?
- Oddio si sente trascurato/non amato/non stimolato a sufficienza, si sente male, ha una crisi esistenziale, ha le convulsioni! Vieni cucciolo dalla mamma, ti coccolo io, smetto di cucinare, di telefonare, di vestirmi, no no non faccio nemmeno la pipì, sto qui con te tesorino. Non passa? Forse devo chiamare il pediatra!


 Il secondo figlio è quello che:
- Non mangia?
- Ci credo, la nonna gli ha dato tre volte merenda. Pazienza, mangio io la tua pasta, senti che buona! Vorrà dire che mangerai un po' della nostra pasta coi broccoli.
- Gattona?

- Era l'ora che diventasse semovente...il pavimento è un po' zozzo, ma chissene, sono tutti anticorpi. Cos'è che ha in mano? Un GRILLO MORTO? Ops, l'ha mangiato, che sarà mai, quel che non strozza ingrassa.
- E' caduto e ha un bernoccolo?
- ...sbrigati che facciamo tardi! Ecco mettigli il cappello che non si veda niente, magari le maestre non se ne accorgono subito e pensano che se lo sia fatto all'asilo...non vorrei che pensassero che lo bastoniamo. Ecco dormi tesoro, dormi che ti passa.
- Fa i capricci perché vuole stare in braccio e si rotola a terra in preda all'isteria?
- ...ecco, sdraiati sul tappeto almeno quando sbatti la tesa in preda al demone non ti fai male. Tiè, gioca con il mestolo e statte zitto un attimo, che devo chiamare Elvira.
E come dice mia nonna "Piangi? Riderai quando ti sposi!"

Tutti gli eventi sopra descritti sono realmente accaduti in questa casa (ehm, grillo compreso).

lunedì 23 gennaio 2012

Storie, fantasmi e fiori

storie storie ...e ancora storie!
Non c'è cosa che la Princi ami di più delle storie.
Vanno bene tutte: Pippi Calzelunghe, i librini dei cartoon della Disney, i libretti cartonati con le favolette sceme da bimbi piccoli, i fumetti, perfino un librino (oggettivamente da-brividi) che racconta le avventure di sette sgallettate che frequentano una scuola per "perfette principesse".
In questi giorni va per la maggiore un libro assolutamente stupendo di Roberto Piumini e illustrato da Anna Laura Cantone (adoro), pieno zeppo di storie brevi, delicate, divertenti e filastrocche veramente geniali che alla decima lettura lei già conosce a memoria. Devo ammettere che la sera non vedo l'ora di mettere a letto Giulio, relegare Babbo in cucina a riempire al lavastoviglie e avvolgermi nella nostra copertina per leggerne qualcuna.

Ma quando il libro non c'è o non è possibile leggerlo?
Appena saliamo in macchina, dal seggiolino posteriore sempre le stesse parole "Mi racconti una storia inventata??"...cioè, mia figlia non mi chiede i grandi classici tramandati per generazioni e generazioni, lei vuole le storielle zoppicanti e spesso surreali che la mia mente partorisce nel tragitto asilo-casa, mentre cerco di schivare SUV impazziti, spegnere Piumino frignante e ricordarmi la lista della spesa!
Mi invento avventure di coccinelle senza puntini, serpenti smarriti che fanno amicizia con i bambini, folletti di Babbo Natale disubbidienti e bambini obesi che mangiano solo dolci....inizio il racconto senza sapere minimamente dove andrò a parare, ma bene o male la storia trova sempre la sua via, si stiracchia per mettere insieme capo e coda e a volte troviamo pure la morale, tié!

A volte la stuzzico, insisto, mi lamento: la storia deve inventarsela lei.
E qualche volta lo fa: storie pazze di tetti attaccati al cielo con la colla e di cani che mangiano spaghetti a casa delle streghe cattive.

A volte sono proprio distrutta, oppure un po' incaxxata, o magari rimugino sui massimi sistemi (tipo quel reggiseno di Intimissimi che adoro e costa solo 10 € ma mi-va-stretto-DI-TORACE) e allora proprio la storia inventata no, perché
"Annina, oggi niente storia inventata"
"Noooo ma perchééé"
"perché...ehm...ho la testa vuota, non ci sono più storie"
"....come? E non tornano più?" (vocetta lacrimosa)
"Tornano, tornano. Stanotte."
"E come fanno a  tornare?"
"Ehmm....ecco, quando dormo arrivano tutte le storie, nel silenzio, come tanti fantasmini piccoli e luccicanti, volano per la camera e alla fine entrano nella mia testa. Quando mi sveglio alla mattina, ecco, ci sono tutte le storie"
".....ma se per sbaglio entrano nella testa di babbo o di Giulio?"
"...ahem, senti, ma perché non mi racconti TU una storia inventata?"
"Non posso, anche io ho la testa vuota!"
"UFF, allora dobbiamo aspettare che stanotte mentre dormi le storie entrino nella tua testa "
"No, nella mia testa non entrano di notte. Entrano solo quando è caldo, di primavera"
"Bello, tipo che crescono come fiori??"
"Si!!! Le tue storie entrano come fantasmini, le mie crescono come fiori!"

venerdì 13 gennaio 2012

(Giuste) recriminazioni

Ieri sera, mentre stiamo cercando di terminare la cena in pace, intrattenendo nel contempo un Piumino distrutto che piagnucola e sbadiglia, Anna alza su di me e Babbo due occhi piuttosto seri e sgancia la bomba "Vabbè che Giulio è piccolo, ma qualcuno può stare un po' con me?".
Penso che nel silenzio che è seguito tutti possano aver distintamente sentito il mio povero cuoricino di mamma spezzarsi a metà e rotolare tristemente sotto il tavolo insieme alle briciole di pane (e a tutto ciò che normalmente staziona sotto il mio tavolo da pranzo).

E' inutile fare giri di parole: la piccola Principessa rivendica tempo, spazio, attenzione e occhi solo per lei.
E come darle torto? Ha perfettamente ragione.

La giornata all'asilo è divertente, colorata, piena di amici e di belle cose da fare.
Poi arrivo io a recuperare lei e Giulio e di solito torniamo a casa, salvo visite a nonni o amichetti o un salto al supermercato.
Da quando ho ripreso l'orario pieno al lavoro ho rinunciato definitivamente a sbrigare a qualsiasi faccenda domestica nelle due ore e mezza seguenti: mi limito a scaricare scarpe e cappotti in camera da letto, però la cena (per Giulio e per noi) va preparata, e quasi mai sono così brava da riuscire a portarmi avanti il giorno precedente.
E poi Giulio è stanco, e quando Giulio è stanco è uno strazio, una piattola, una croce, un frignante Koala di 12 kg che mi ritrovo attaccato al collo, alle gambe, ai capelli e quando mi allontano si fa venire delle crisi isteriche da paura.

Proviamo a leggere una storia, a giocare un po' con il Didò, a iniziare un disegno, ma dopo tre minuti devo recuperarlo in cima alle scale, o infilato nell'oblò della lavatrice, o intento a smontare lo stereo, o soltanto devo accorrere perché piange e piange e piange e vuole solo stare in braccio.
E Anna resta sola con il suo libro, il suo Didò, il suo disegno.
Mi chiama e provo a riprendere il gioco con lei, ma ovviamente Godzilla allunga le manine e distrugge tutto e lei si arrabbia.
Oppure non mi chiama, continua da sola, ma le formine non vengono bene, il disegno è difficile, anche lei è stanca e si innervosisce e fa i capricci, e piange.
Pure lei.
Poi devo far mangiare Giulio, che ancora non riesce a fare i nostri orari, alle 19 ha fame e alle 20 muore di sonno. Poi arriva Babbo e ceniamo, e lei va a letto presto, perché alle 7 deve svegliarsi e siamo tutti di corsa.

E mi sembra così grande, è una donnina, e la sgrido quando fa i capricci, la sgrido troppo, ci resta male, e ci resto male anche io, e mi innervosisco, e la sgrido ancora.
Mi pento e la travolgo di abbracci e baci e le ripeto mille volte che la amo, ma dopo 5 minuti combina qualcosa e la sgrido ancora.

E so che le manca il tempo che prima passavamo insieme tranquille, io e lei, tutti i nostri libri, i nostri lavoretti, le nostre coccole. Lo so perché mancano anche a me, e allora cerco di ritagliare spazi solo per lei, andiamo a teatro, facciamo una passeggiata solo noi due, Babbo la porta in biblioteca...ma riusciamo a farlo solo nel fine settimana, e neanche sempre, e gli altri giorni lui torna tardi e sono solo io e loro sono due.
Ma Giulio ha un anno e un bisogno assolutamente animalesco di sentirmi, dopo tante ore di lontananza, e non riesco, non posso negarmi.

E il mio cuore rotola sotto il tavolo...

lunedì 9 gennaio 2012

Grande e piccolo

Piumino è grande, perché adesso si è (quasi) definitivamente trasformato in bipede, e cammina con le braccine alzate e con un sorriso di trionfo stampato in faccia.
Piumino è grande, perché dice "mamma" e "Anna" e "babba", quindi dispone del vocabolario adeguato a richiamare l'attenzione di tutti i membri della famiglia.
Piumino è grande, perché sa fare un sacco di giochi, tipo "tieni, ti do' questa cosa...anzi no, non te la do' più! ahahha", i cavalli al galoppo con Anna e soprattutto il nascondino con tanto di "TA DAAAA!!!!"
Piumino è grande, perché mangia il doppio di sua sorella e la prende agevolmente a mazzate.

Piumino è piccolo piccolo.
Quando è stanco, o nervoso, o malaticcio vuole stare in braccio, ma non si accontenta.
Tira giù cerniere, slaccia bottoni, sforma colletti, fa quel che deve fare per scoprire un po' di pelle del mio petto: poi si infila il pollice in bocca e appoggia la guancia proprio lì, dove sente il mio odore, il battito del mio cuore, il mio calore o chi sa cosa.
Socchiude gli occhi e sospira, come fosse tornato a casa.

martedì 3 gennaio 2012

Più bravi di chi?

Ripensando alla festa di Natale della scuola materna, rivedendo il video diligentemente fatto da Babbo guardo la Princi seduta in mezzo ai bimbi della sua classe che partecipa all'evento.
Vicino a lei c'è la sua famosa amica streghetta, ti pareva! Sono inseparabili. Eppure, quanto sono diverse.
L'amichetta in questione è una vera e propria primadonna: si ricorda perfettamente le parole delle canzoni, imbrocca tutti i movimenti, batte le manine a tempo di musica, è bravissima....e si diverte un sacco.
La Princi si distrae continuamente, smette di cantare e ricomincia a metà strofa, perde tempo a sistemarsi il cappello sulla fronte, si infila le dita nel naso, cambia posizione duemila volte, sgomita con il bambino accanto....e si diverte un sacco.
Quando la vado a prendere il pomeriggio mi accorgo che quasi tutti i suoi compagni si tolgono i calzini antiscivolo e mettono le scarpe da soli. Lei non ci pensa nemmeno: si siede sulla panca (se va bene, altrimenti devo placcarla e immobilizzarla) e si fa servire, aria persa e naso in su.
Il bimbo dei nostri vicini, che ha la sua età, va in bici, in monopattino e sui rollerblade. Lei spinge la bici (nel senso che cammina spingendola con le mani) e ci sale sopra trenta secondi, giusto per non farmi dire per l'ennesima volta "ma cosa te l'abbiamo presa a fare se non ci vaiiiii???"

In compenso la Princi ha una proprietà di linguaggio spaventosa: usa il congiuntivo meglio di me e fa sfoggio di un vocabolario invidiabile. Davvero non scherzo quando dico che molti miei colleghi di lavoro parlano peggio di lei.

Con questo voglio solo dire che tutti i bambini sono diversi, hanno tempi diversi, abilità diverse, inclinazioni diverse, e misurare la maturità o l'intelligenza o la "bravura" (???!) di un bambino sulla base di cosa sa o non sa fare rispetto ai suoi coetanei rischia di essere molto frustrante sia per lui che per i suoi genitori.
Oltre che inutile e - lasciatemelo dire - spesso ridicolo.

Lo so che sono questo discorso ho scoperto l'acqua calda e che ogni genitore mediamente decente oggi non sottoporrebbe mai il proprio figlioletto a un continuo confronto con gli altri e men che meno lo spingerebbe a dover essere sempre migliore di tutti gli altri...o no?
No.
No perché mi rendo conto che la tentazione a fare confronti, a paragonarsi agli altri, a sottolineare la nostra superiorità o viceversa a deprimersi se non siamo "all'altezza" è forte, fortissima, e diventa assolutamente potente quando in ballo ci sono i nostri figli.
Il punto di partenza, le intenzioni, sono dei migliori: li amiamo più di ogni cosa e vogliamo il meglio per loro. Il fatto è che da questo spesso si rischia veramente di esagerare, di farsi problemi e pippe inesistenti, di caricari questi poveri figli di responsabilità e aspettative del tutto assurde e inutili.
Non facciamo questo errore. Me lo dico da sola, perché mi conosco, predico bene e razzolo male: io gongolo quando mi sembra che i miei figli dimostrino una qualche superiorità rispetto agli altri (ma per fortuna me lo tengo per me), io spesso mi rivolgo a Anna con l'odiosa frase "Guarda! Gli altri bambini sanno mettersi le scarpe e tu no", io me la sogno bravissima a scuola, più brava di tutti.

La competizione può essere un buono sprone a migliorarsi e a dare il massimo, ma deve essere ben dosata e "sana", e sinceramente penso che sia roba da grandi. Un adulto ha (dovrebbe avere) la maturità di saper gestire al meglio questo aspetto di sé, trasformandola in energia positiva.
Io credo che a un bambino porti solo frustrazione, paura di sbagliare, ansia.

Lasciamo la competizione ai grandi, e l'amore (incondizionato) ai piccoli.

Questo post partecipa al blogstorming

lunedì 2 gennaio 2012

Ciao nonno Berto

Mentre tutti intorno a noi festeggiavano la fine del vecchio anno e l'inizio del nuovo, noi ti abbiamo salutato.
Il giorno di Natale eravamo tutti lì con te, a festeggiare: abbiamo scartato i regali facendo la solita confusione, e tu hai sorriso guardando Anna che si pavoneggiava nel suo vestito bianco e Giulio che muoveva i suoi primi passi traballanti verso di te.
Ci hai dato il tempo di salutarti e di abbracciarti tante volte, prima di andare.
Adesso c'è nostalgia, malinconia, quel senso di vuoto che stringe la gola quando pensiamo a te.
Anna e Giulio ridono e giocano come sempre, sono troppo piccoli per capire: lui purtroppo non conserverà ricordi di te, ma spero con tutto il cuore che lei porti nel suo cuore il tuo sorriso, la tua gentile pacatezza, il tuo affetto grande.