martedì 3 gennaio 2012

Più bravi di chi?

Ripensando alla festa di Natale della scuola materna, rivedendo il video diligentemente fatto da Babbo guardo la Princi seduta in mezzo ai bimbi della sua classe che partecipa all'evento.
Vicino a lei c'è la sua famosa amica streghetta, ti pareva! Sono inseparabili. Eppure, quanto sono diverse.
L'amichetta in questione è una vera e propria primadonna: si ricorda perfettamente le parole delle canzoni, imbrocca tutti i movimenti, batte le manine a tempo di musica, è bravissima....e si diverte un sacco.
La Princi si distrae continuamente, smette di cantare e ricomincia a metà strofa, perde tempo a sistemarsi il cappello sulla fronte, si infila le dita nel naso, cambia posizione duemila volte, sgomita con il bambino accanto....e si diverte un sacco.
Quando la vado a prendere il pomeriggio mi accorgo che quasi tutti i suoi compagni si tolgono i calzini antiscivolo e mettono le scarpe da soli. Lei non ci pensa nemmeno: si siede sulla panca (se va bene, altrimenti devo placcarla e immobilizzarla) e si fa servire, aria persa e naso in su.
Il bimbo dei nostri vicini, che ha la sua età, va in bici, in monopattino e sui rollerblade. Lei spinge la bici (nel senso che cammina spingendola con le mani) e ci sale sopra trenta secondi, giusto per non farmi dire per l'ennesima volta "ma cosa te l'abbiamo presa a fare se non ci vaiiiii???"

In compenso la Princi ha una proprietà di linguaggio spaventosa: usa il congiuntivo meglio di me e fa sfoggio di un vocabolario invidiabile. Davvero non scherzo quando dico che molti miei colleghi di lavoro parlano peggio di lei.

Con questo voglio solo dire che tutti i bambini sono diversi, hanno tempi diversi, abilità diverse, inclinazioni diverse, e misurare la maturità o l'intelligenza o la "bravura" (???!) di un bambino sulla base di cosa sa o non sa fare rispetto ai suoi coetanei rischia di essere molto frustrante sia per lui che per i suoi genitori.
Oltre che inutile e - lasciatemelo dire - spesso ridicolo.

Lo so che sono questo discorso ho scoperto l'acqua calda e che ogni genitore mediamente decente oggi non sottoporrebbe mai il proprio figlioletto a un continuo confronto con gli altri e men che meno lo spingerebbe a dover essere sempre migliore di tutti gli altri...o no?
No.
No perché mi rendo conto che la tentazione a fare confronti, a paragonarsi agli altri, a sottolineare la nostra superiorità o viceversa a deprimersi se non siamo "all'altezza" è forte, fortissima, e diventa assolutamente potente quando in ballo ci sono i nostri figli.
Il punto di partenza, le intenzioni, sono dei migliori: li amiamo più di ogni cosa e vogliamo il meglio per loro. Il fatto è che da questo spesso si rischia veramente di esagerare, di farsi problemi e pippe inesistenti, di caricari questi poveri figli di responsabilità e aspettative del tutto assurde e inutili.
Non facciamo questo errore. Me lo dico da sola, perché mi conosco, predico bene e razzolo male: io gongolo quando mi sembra che i miei figli dimostrino una qualche superiorità rispetto agli altri (ma per fortuna me lo tengo per me), io spesso mi rivolgo a Anna con l'odiosa frase "Guarda! Gli altri bambini sanno mettersi le scarpe e tu no", io me la sogno bravissima a scuola, più brava di tutti.

La competizione può essere un buono sprone a migliorarsi e a dare il massimo, ma deve essere ben dosata e "sana", e sinceramente penso che sia roba da grandi. Un adulto ha (dovrebbe avere) la maturità di saper gestire al meglio questo aspetto di sé, trasformandola in energia positiva.
Io credo che a un bambino porti solo frustrazione, paura di sbagliare, ansia.

Lasciamo la competizione ai grandi, e l'amore (incondizionato) ai piccoli.

Questo post partecipa al blogstorming

7 commenti:

  1. Non tutti gli adolescenti sono cosi (riferito al post delle streghette)e comunque non rimangono cosi acidi e insofferenti x sempre, la maturità arriva per tutti o almeno me lo auguro, io ho dei ricordi bruttissimi legati all' adolescenza, pensando al cinismo di quelli che erano miei coetanei ed io come invece ero cosi diversa da loro, lo schernire gli altri non mi è mai piaciuto e ogni tanto penso a come è più bella la mia attuale età dove le persone sono comunque più cordiali ed educate, quello che sarà l' adolescenza x i bimbi di oggi non credo sarà poi molto lontana da quella che abbiamo vissuto noi, se non peggio xchè adesso ci sono dei dettami molto più forti dati dalla tv, moda, comunicazione ecc, come genitori non possiamo far altro che cercare di dare il nostro meglio come esseri umani, stringere i denti nei momenti + turbolenti della loro adolescenza e sperare che diventi degli adulti coscenziosi.Le aspettative purtroppo non sempre è facile tenerle a freno, ci si prova via ! :-)

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  2. @Ely, è verissimo, poi le cose cambiano (almeno di solito), e comunque la piccola streghetta di cui parlo è molto simpatica...e chiariamoci, è strega pure mia figlia!!!!

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  3. beh guarda, chi ti parla è una che, assolutamente in modo sbagliato, ha sviluppato, soprattutto all'università, un insano senso di competizione nei confronti di tutti! Per dirti che ho rifiutato un 29!!!!! cioè ti rendi conto?? il fatto è che come dici tu, la competizione, il confronto, possono portare dei risultati, ma non rende per niente felici! poi se si parla di bambini è ancora peggio, perché i bambini, nei confronti dei confronti (ahah w i sinonimi) fatti da genitori o da chi gli sta intorno, non hanno mezzi per difendersi, solo da grandi possono elaborare ma intanto la loro visione del mondo, alla lunga, viene distorta da questi attacchi continui alle loro capacità, attraverso le allusioni più o meno velate al fatto che sono meno bravi di Tizio in questo, sono meno capaci rispetto a Caio in quest'altro.. E' bene spingere sempre il proprio bambino a migliorarsi, ma senza farsene una malattia se qualcosa non va e soprattutto agendo attraverso rinforzi positivi! braaaaaaavooooo, beeeeeeneeeee, ma che meravigliaaaaaaa!!!! sempre così quando c'è un anche piccolo risultato! io i "confronti" (per quanto minimi) li faccio in segreto con il mio compagno o mia mamma, che quietano e placano le mie ansie!! e riguardo alla scuola, non posso neanche pensare che il mio non sia il primo della classe!! ti dirò quando ci arriverò!

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  4. Ale parla come un vecchio ma non vuole abbandonare ilsuo pannolo :)

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  5. @Elena, sono perfettamente d'accordo con te: e pure io sono una di quelle che a scuola s'ingarellava sempre...e la colpa (lo dico con simpatia eh) è dei miei genitori! Per fortuna ho avuto l'accortezza di buttarmi su qualcosa che mi riusciva bene e non intestardirmi a voler primeggiare in robe tipo lo sport!!!
    @Sara mauahhauaa grande fagia!!!!!

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  6. secondo me è giusta la via di mezzo. è sbagliato far sentire un bimbo "sbagliato" perchè magari non parla bene o non è agile come i suoi amici. però è anche sbagliato, secondo me, non spronarlo a migliorarsi. spronarlo nel senso di cercare di farlo migliorare usando la gentilezza ma anche un pochino di fermezza. tante volte i bambini si "siedono" se sono super-coccolati. magari son capaci di mettersi le scarpe ma con fatica ed allora è più facile farsele mettere da mamma (io ho scoperto che mio figlio se le mette da solo, lo ha imparato a scuola, idem per mettersi la giacca. e se provo ad aiutarlo mi dice "faccio da solo, sono capace io"), mentre altri bimbi sono lenti a parlare perchè è più facile allungare il dito mostrando la bottiglia d'acqua anzichè dire "ho sete". insomma, come in tutto "in media stat virtus". non esigere, ma aiutare. la maturazione dei ns figli è un fattore che dipende tanto da loro, dal loro essere intrinseco, ma anche dal comportamento dei loro genitori. io sono stata super spronata a esser sempre magari non la migliore ma una delle migliori, a scuola, nello sport, all'università. il risultato è che spesso ero una delle migliori, ma quando un esame o un compito in classe non andava bene, avevo una letterale paura di sentirmi dire che avevo deluso mia madre. ecco, questo coi miei figli non lo voglio fare mai e poi mai. e spero di riuscrici, perchè non è una bella sensazione. scusa se mi son dilungata ma è un argomento che mi sta a cuore. un bacione, erika.

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  7. sono d'accordo con te! Ne parlavo ieri con delle amiche perché il mio approccio educativo sia con mio figlio grande che è molto competitivo sia per la piccola che è sempre in gara con il fratello è proprio quello di far scoprire loro le cose della vita gustandosele e trovando il proprio spazio a prescindere dai confronti e dai risultati. E sono convinta anche io che la scelta di quanto e come essere competitivi sta a loro perché sento di bambini che iniziano uno sport e devono fare la gara, partecipano a un'iniziativa sportiva e c'è la gara ... ma non sanno ancora gestire secondo me Nè la vincita né la frustrazione perché sempre legate ancora all'apprezzamento dell'adulto.

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