mercoledì 11 giugno 2008

Una favola per Anna

Anna è ancora piccina per le favole, ma io gliele racconto lo stesso: mentre la cambio, o quando passeggiamo in carrozzina, o in macchina.
Quando ho finito le varie Biancaneve, Cenerentola e Cappuccetto Rosso, dopo aver raschiato il fondo del barile con Pollicino e Hansel&Gretel, ho cominciato a inventarmele...i protagonisti sono i suoi giocattoli, i pupazzetti che dondolano sopra il suo letto, che tintinnano o suonano, quelli che osserva con attenzione prima di dormire.
Qua, la prima.


La Piccola Ape e i Girasoli


APE


La Piccola Ape nacque nell’Alveare del Prato dei Papaveri e quando imparò a volare bene diventò una Bottinatrice, cioè una delle api che hanno il compito di andare di fiore in fiore a raccogliere il nettare per produrre il miele.

La Piccola Ape volava tutto il giorno fra i mille bellissimi papaveri rossi del prato e la sera tornava alla sua cella dove la aspettavano le sue sorelle.

Un giorno di inizio estate si levò un vento furioso, il cielo si riempì di nuvoloni neri e cominciò a piovere a dirotto…piovve per tre giorni di fila, e quando finalmente le api poterono uscire dall’alveare si accorsero che tutti i papaveri del prato erano stati strappati e schiacciati dal temporale.
Non c’era più nettare per fare il miele: non avevano più niente da mangiare.

La Regina convocò allora le Bottinatrici più veloci e resistenti e ordinò loro di mettersi in volo alla ricerca di nuovi fiori per salvare l’alveare; anche la Piccola Ape partì, piena di energia e buona volontà.

Volò e volò per ore e ore fino al limitare del prato dove era nata, e oltre, superando il bosco ombroso e il ruscello d’argento, e continuò a volare senza darsi per vinta, nonostante la fame e la stanchezza.

Ad un tratto, superando alcuni cespugli spinosi e rinsecchiti dal gran caldo, si ritrovò ai margini di un campo vastissimo, sconfinato e….giallo come il sole.
La Piccola Ape si arrestò sbigottita quando si rese conto che il terreno era ricoperto di centinaia di grandi fiori.

L’iniziale sensazione di gioia e trionfo si spense in un brivido di paura: ma che razza di fiori erano mai quelli?
La Piccola Ape sapeva che i fiori sono piccoli, rossi, con tre delicati petali svolazzanti. Questi erano giganteschi, con grandi corolle scure e tantissimi petali di un giallo acceso.

Mentre esitava ronzando al bordo del campo, la Piccola Ape udì qualcuno che la chiamava con voce flebile: accanto a lei spuntò una vecchia coccinella dall’aspetto malaticcio, le ali sciupate, il colore spento, i movimenti lenti come se fosse molto vecchia o molto debole.
“Apina, mica starai per caso pensando di posarti su uno di quei mostri?” le domandò la coccinella indicando i fiori che ondeggiavano al vento.
“Ecco, io veramente mi chiedevo…” rispose esitante la Piccola Ape “vengo dal prato dei papaveri, ma i fiori sono morti e l’alveare è vuoto…devo trovare dei fiori…”
La coccinella la guardò con aria di superiorità “Anche io sono arrivata qua dal prato dei papaveri, molte settimane fa, ma non mi sono mai nemmeno avvicinata a quei…quei…cosi. Preferisco vivere del polline che ogni tanto il vento trasporta, anche se faccio la fame, ma sempre meglio che rischiare la vita su quegli strani fiori. Insomma, non vedi come sono grandi? E le corolle, con tutti quei petali che sembrano artigli? Sicuramente sono fatti a posta per inghiottire i poveri piccoli insetti come noi…e poi, sai che diavoleria? Questi cosi  si muovono seguendo il sole!! Non ci credi? Ti assicuro, li ho visti io! Pensa se si muovessero tutti insieme per inseguirti….”

La Piccola Ape ascoltava i discorsi della coccinella a bocca aperta, e man mano che questa andava avanti i grandi fiori gialli le sembravano ogni minuti più loschi e minacciosi, finché si convinse che davvero rappresentavano un pericolo per lei e le sue sorelle; basta, doveva abbandonare quel luogo inquietante e trovare un altro bel prato di papaveri rossi.

Ma al tramonto, dopo aver volato in lungo e in largo per ore e ore, la Piccola Ape dovette darsi per vinta e fare ritorno all’alveare senza le buone notizie tanto attese.
Là trovò riunite anche le altre Bottinatrici che come lei erano partite al mattino in esplorazione, tutte con la stessa espressione sfinita ed abbattuta.
Quando apparve la Regina per chiedere notizie , tutte scossero la testa sconsolate: non si vedeva una sola corolla per miglia e miglia.
Quando fu il suo turno, la Piccola Ape disse di non aver trovato niente, ma tenne gli occhi bassi e la sua voce tremò un poco, perché sapeva di mentire.

Il Primo Consigliere della Regina, un vecchio fuco ingrigito ma molto saggio, si accorse che la Piccola Ape si comportava in modo strano, e decise di scoprire perché.
Per non spaventarla, fece finta di passare per caso proprio sullo stelo d’erba sul quale essa era posata e iniziò a parlare del più e del meno, finché le disse “Certo che voi Api Bottinatrici siete le più forti e coraggiose dell’alveare, e noi tutti dipendiamo dal vostro lavoro…ma se qualcuna di voi avesse bisogno di aiuto, o di un consiglio, dovete sapere che io sono qui per questo”.
La Piccola Ape rispose timidamente “Ma, ecco, se una di noi avesse…diciamo…trovato qualcosa che potrebbe aiutarci…ma qualcosa di molto strano, e pericoloso…qualcosa mai visto prima…cosa le consiglieresti di fare?”. Il Primo Consigliere chiese “Cosa intendi di preciso, Piccola Ape?”
“Ecco, se qualcuna di noi avesse scoperto un campo nuovo, pieno di fiori, ma così bizzarri e diversi dai nostri papaveri, forse pericolosi e terribili…insomma, cosa dovrebbe fare?”.
Il Primo Consigliere ormai aveva capito benissimo che la Piccola Ape parlava per sé, ma continuò a far finta di niente: “Come fa quest’Ape di cui parli a sapere che sono fiori pericolosi? E’ forse stata attaccata da uno di loro? Ha assaggiato il loro nettare e scoperto che è velenoso?”.
La Piccola Ape scosse la testa “Ecco, sembrano così strani!…
Il Primo Consigliere meditò in silenzio, e poi disse “Non credo che una cosa del genere possa accadere, Piccola Ape…le Bottinatrici del nostro alveare sono altruiste e coraggiose. Sono certo che se una di esse dovesse ritrovarsi nella situazione che mi hai raccontato, non esiterebbe a provare uno di quegli strani fiori, prima di decidere che sono pericolosi. Sai, non tutto quello che è diverso è strano o sbagliato o rischioso. Anzi.” poi le strizzò l’occhio e volò via.

La Piccola Ape continuò a pensare alle parole del Primo Consigliere per tutta la notte e alla fine dovette ammettere che erano giuste…insomma, lei non si era nemmeno avvicinata a quei fiori! Come poteva sapere che erano davvero pericolosi? Solo fidandosi dell’apparenza e delle parole della vecchia coccinella?
Doveva tornare al campo e risolvere a questione una volta per tutte. Ma la paura era ancora tanta!!

Il giorno seguente la Piccola Ape fece un giro dell’alveare e quello che vide la rattristò molto: la mancanza di nettare si faceva sentire, le api appena nate piangevano per la fame, e si sussurrava che anche la Regina stava diventando sempre più debole perché la pappa reale scarseggiava.

La Piccola Ape capì che era lei l’unica che poteva fare qualcosa per le sue sorelle, e partì in direzione del campo giallo; volò e volò e dopo molte ore si ritrovò vicino ai cespugli spinosi al limitare del campo.
I grandi fiori gialli erano ancor lì, spalancati sotto il sole.
C’era anche la vecchia coccinella, che ricominciò a raccontarle storie terribili e spaventose, ma la Piccola Ape non volle ascoltarla; si concentrò, prese un lungo respiro, chiuse gli occhi e si levò in volo sul campo, gettandosi a capofitto dentro una delle corolle gialle…PUF!!!

Quando riaprì gli occhi si accorse di essere completamente ricoperta di nettare.
Lo assaggiò: era dolce proprio come quello dei papaveri, anzi di più. E ce n’era così tanto!
La corolla del fiore era spaziosa e confortevole, invogliava quasi a schiacciare un pisolino….e quanto era piacevole quel lieve dondolio dello stelo al dolce vento estivo!

La Piccola Ape rimase per diverso tempo sul grande fiore, per poi spostarsi su un altro e un altro ancora, per accertarsi che non ci fossero pericoli e che tutto quel ben di Dio fosse vero.
Non successe proprio niente di male, anzi, incontrò grilli, moscerini e farfalle che giocavano, mangiavano e dormivano tranquillamente fra i petali gialli: non riusciva a credere di aver avuto paura di quella meraviglia.

Ormai stava calando la sera, ma la Piccola Ape decise di non aspettare il mattino per tornare all’alveare: aveva troppa fretta i raccontare a tutti la sua scoperta.
Si rimise in volo che il sole già calava,superò in fretta i margini del campo, dove vide la vecchia coccinella che la guardava storto a naso in su, e volò, volò tutta la notte, senza sentire il freddo e la stanchezza.
Arrivò all’alveare che era l’alba ed atterrò sfinita in mezzo alle sue compagne riunite davanti alla Regina. Tutte la fissarono a bocca aperta….ma era piena di nettare! Le ali, le zampe, perfino il piccolo pungiglione!!

La notizia che la Piccola Ape aveva trovato i fiori fece presto il giro dell’alveare e quando si riprese si accorse di essere circondata da tutte le sue sorelle che chiedevano, gridavano, volevano sapere…la Piccola Ape avrebbe voluto raccontare loro tutto quello che era successo, ma non c’era tempo, bisognava portarle tutte al campo giallo.
Siccome la Piccola Ape era troppo stanca, alcuni fuchi forzuti la caricarono su una foglia che trasportarono in volo: dietro a quel buffo cocchio volava tutto l’alveare, seguendo le indicazioni della Piccola Ape.

Quando arrivarono al limitare del campo le grida di gioia cessarono, e tutte le api si fermarono impietrite dallo stupore e dalla paura.
Qualcuna cominciò a gridare “ma dove ci hai portato? Cosa sono questi cosi? Vuoi ucciderci tutte??”
La Piccola Ape prese fiato e rispose “Sorelline, non lasciatevi impressionare dalla forma e dai colori strani di questi fiori….non abbiate paura! Non tutto quello che è diverso è strano o sbagliato o rischioso. Anzi!”.
Lo sciame esitava, incerto, e la Piccola Ape già temeva che non le avrebbero creduto e se ne sarebbero tornati a casa a morire di fame, quando scorse qualcosa che si muoveva…una vecchia ape un po’ ingrigita si era levata in volo, ed ecco, si tuffava a capofitto dentro uno dei fiori gialli!

Era il Primo Consigliere, che dimostrava alla Piccola Ape che si fidava di lei.

Riemerse dalla corolla tutto pieno di nettare e con un gran sorriso.

Dopo di lui, la Regina in persona si levò in volo sopra i grandi fiori, e dietro di lei, tutto lo sciame.

Fu una giornata memorabile: ci furono grandi festeggiamenti in onore della Piccola Ape che aveva vinto la paura e salvato l’alveare del Prato dei Papaveri. Anzi, del Campo de Girasoli.

5 commenti:

  1. che dolce :-) sai che io voglio scrivere un libro di favole inventate da me per Matteo? :-) Devo solo trovare il tempo per farlo, spero quando sarò in maternità... a proposito, tu quando torni a lavorare? ERika

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  2. Che dolcissima favola... *___*

    Troppo bella!!! Anna la Nana,è davvero fortunata ad avere una mamma così speciale...

    Siete adorabli! *____*

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  3. Che brava mamma che sei...alla tua piccola piacerà molto rileggere questa favola insieme a te!

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  4. ma davvero l'hai scritta tu? è molto bella! io non avrò mai tutta sta fantasia :P


    Isa

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  5. Bravissima! Bella storia.. Forse dovrei cominciare anche io a raccontarne qualcuna a Ricky, il mio repertorio musicale si sta esaurendo..

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